giovedì 10 ottobre 2013

Couture Future, la moda del futuro



Mi presento, sono MademoiselleJeanne, l’altra metà di VenusInFurs (quella bassa!). Sul blog mi occuperò principalmente di articoli “storici”, non perché ne sia esperta ma semplicemente perché amo ricercare e studiare la cultura che ha pervaso le varie epoche storiche, soprattutto contemporanee, e condividere ciò che mi entusiasma. Il passato non è mai in realtà veramente passato, e può rappresentare una fonte di ispirazione inesauribile.
 Il focus sarà sulla moda, ma non mancheranno articoli tematici su musica, arte, personaggi, film e chi più ne ha più ne metta!


Gli anni 60 sono il mio decennio preferito nella storia della moda e della cultura, perché sembra che una vena artistica assolutamente inedita abbia pervaso tutto ciò che veniva prodotto (ovviamente sono consapevole che questo è solo ciò che appare ai miei occhi di ‘moderna’, la realtà era certamente molto differente dallo sguardo romantico che spesso gettiamo sul passato. Tuttavia quest’impressione permane) . La musica cambia autori e pubblico, diventa più che mai mezzo comunicativo facendosi portatrice di messaggi e ideali e trasformandosi in un fenomeno generazionale. I giovani si faranno carico di istanze riguardanti i diritti civili e umani, la politica, la dimensione famigliare ancora legata al patriarcato: le proteste universitarie in America e in Europa saranno il segno più visibile di un ribollire di contestazione, sperimentazione artistica e tentativi di elaborazione di nuovi stili di vita sotto il segno della rottura con un passato visto come  ipocrita, perbenista e conservatore.    

L’estetica innovativa e ancora attuale è stata parte e riflesso della rivoluzione culturale che la società ha sperimentato in quei 10 anni.

Se i primi anni 60 presentavano un’estetica in linea con quella degli anni appena trascorsi, con lunghezze castigate e una femminilità accentuata e tradizionale, una rivoluzione nella moda si stava preparando.
Con la diffusione del “pronto moda”, ovvero il prêt-à-porter,  la moda smette di essere legata esclusivamente alle storiche grandi firme: grazie alla produzione industriale e all’avvento di nuove stoffe come il poliestere il prezzo degli abiti si abbassa notevolmente. La produzione casalinga o artigianale dei vestiti però rimane ancora una pratica comunissima, soprattutto nei centri non raggiunti dalla grande distribuzione. La moda si rivolge ai giovani e fioriscono la cosiddette “boutiques”, che segneranno i trend del decennio. 










Il 1964 è l’anno della minigonna, la scandalosa creazione di Mary Quant che farà salire vertiginosamente l’altezza degli orli.  Siamo nel cuore temporale e spaziale della nascente Swinging London e la miniskirt non fatica a imporsi come nuova moda tra le ragazze, che dismessi i tailleur delle madri e i bigodini ascoltano i Beatles, i Kinks, i Rolling Stones cercando una vita diversa dallo stereotipo della casalinga impeccabile.
Nuovi sogni, nuove suggestioni, nuove estetiche: alcune creazioni saranno particolarmente rappresentative di questo cambiamento. Il titolo della collezione con cui Andrè Courreges si presenta a Parigi nel 1965 è azzeccatissimo: Couture Future, la moda del futuro.
Silhouette ad A, abiti geometrici ed essenziali  in cui il colore dominante è il bianco. Righe, cut-out, vinile e un accessorio che sarebbe diventato di culto, i go-go boots al ginocchio. 









La stessa vena futuristica percorre le creazioni di Pierre Cardin, ancora più estremo e sperimentale. Le sue modelle, appena uscite da un romanzo sci-fi, sfoggiano sopra collant nere vestiti coloratissimi decorati con elementi geometrici  a contrasto. Nuovi materiali  e nuove forme si fanno strada assieme a un modello di femminilità più libero e fantasioso. Mentre il decolletèe passa in secondo piano le gambe si scoprono, le calze diventano una componente fondamentale del look:  nere, bianche, di pizzo o coloratissime.










L’ispirazione per Yves Saint Laurent arriva invece dall’arte. La sua collezione del 1965 ispirata a Mondrian riesce ad adattare la geometria al corpo femminile con estrema eleganza: le linee orizzontali segnano l’altezza del sopra-seno e dei fianchi, quelle verticali disegnano le simmetrie. L’impatto visivo è incredibile, il day-dress di YSL è una vera e propria opera d’arte che rimane nella storia della moda, tanto da venire ‘’copiato’’ e riproposto anche oggi. 







La moda degli anni 60 non ri fermerà certo a questo, continuando a diversificarsi e ad evolversi in stretta connessione col mondo giovanile e le influenze che lo animeranno: ma questa è un’altra storia…. e un altro post!


Un bacio, Mademoiselle Jeanne.





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Let me introduce myself… I’m Mademoiselle Jeanne, the other half of VenusInFurs (the short half :D!). On this blog I’ll write mostly “historical” articles. I’m NO expert, I just like researching about the culture that characterized the various eras, especially the contemporary ones, and sharing what excites me!
I think that the past isn’t just something that is past, gone forever, but can still be an inextinguishable   source of inspiration. We’ll focus on fashion, but there will be tons of articles about music, art, personalities, movies, and pretty much whatever is beautiful and interesting.

The sixties are my favourite decade in history of both fashion and culture, because it seems to me that at the time everything was pervaded by a fresh artistic streak (of course this is just what appears to my ‘modern’ eyes, I’m aware that reality must have been very different from the romantic outlook we often have on the past!). The music changed, becoming a means of presenting messages and ideals and turning into a generational phenomenon. Young boys and girl took charge of problems concerning civil and human rights, society and politics: the protests of American and then European students were the most visible sign of a world of contestation, artistic experimentations and attempts to create new life styles, trying to break with a past perceived as hypocrite, conservative and priggish. 

The innovative aesthetics was a reflection and a part of the cultural revolution that society experimented during the decade.  Although the first years of the sixties presented an aesthetic resembling the one of the fifties, with an irreproachable and traditional type of femininity, in the fashion world a revolution was about to begin. 

As Pret-a-porter (ready to wear) fashion spreads, Fashion stops being produced by the great historical brands only: the price of clothes gets much lower thanks to the development of new industrial productive tecniques and the introduction of new fabrics like polyester. Sewing homemade garments still remains a very common and popular, especially in the smallest towns not yet reached by the great distribution . Fashion starts to address young people, while “boutiques” start opening up in the cities. They will make the trends for all the decade.


1964 is the year  of the miniskirt, MaryQuant’s outrageous creation that will make the hemlines go up up up! We’re in the heart of the newborn “Swinging London” and the miniskirt soon becomes a major trend among the girls, which throw away their mothers tailleurs and rollers looking for a life differing from the stereotype of the perfect housewife while listening to the Beatles, the Rolling Stones, the Kinks..
New dreams, suggestions, aesthetics: some creations particularly represented this change. The title of Andrè Courreges ‘s collection, presented in Paris in 1965, is inspired: Couture Future, fashion of the future.
A-lines, essential and geometrical dresses, a triumph of white. Bold stripes, cut-outs, vinyl and a cult accessory: the go-go boots, which will become a trademark of the decade.
The same futuristic streak is found in Pierre Cardin’s creations, who was even more extreme and experimenting. His models , who looked like they had just come out of a sci-fi novel, wore colorful dresses adorned with contrasting geometrical elements. New materials, new silhouettes and shapes design a new
kind of femininity, much more fanciful and free. The décolleté was no more the main focus as the legs were uncovered by super high hemlines: stockings and tights became a new fundamental element for the outfit, black, white or in bold colors and patterns.

Yves Saint Laurent’s inspiration comes from art. His 1965 Mondrian-inspired collection succeeds in adapting geometry to the female body with unexpected elegance: in the day dresses  horizontal lines draw the heights of chest and hips, the vertical ones sign the symmetry of the body. The color blocks complete these visually striking masterpieces  that rightfully belong to the history of fashion:  remakes and similarly inspired dresses are still proposed nowadays.
Of course, this is not the endpoint of 60s fashion: it will keep evolving and diversifying itself, in strict connection with the youth and its influences – but this is another story , and another post…!

Sorry for the poor English, I’m a little out of practice… Kisses, MademoiselleJeanne


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