Mi presento, sono MademoiselleJeanne, l’altra metà di
VenusInFurs (quella bassa!). Sul blog mi occuperò principalmente di articoli
“storici”, non perché ne sia esperta ma semplicemente perché amo ricercare e
studiare la cultura che ha pervaso le varie epoche storiche, soprattutto
contemporanee, e condividere ciò che mi entusiasma. Il passato non è mai in
realtà veramente passato, e può
rappresentare una fonte di ispirazione inesauribile.
Il focus sarà sulla moda, ma non
mancheranno articoli tematici su musica, arte, personaggi, film e chi più ne ha
più ne metta!
Gli anni 60 sono il mio decennio preferito nella storia
della moda e della cultura, perché sembra che una vena artistica assolutamente
inedita abbia pervaso tutto ciò che veniva prodotto (ovviamente sono
consapevole che questo è solo ciò che appare ai miei occhi di ‘moderna’, la
realtà era certamente molto differente dallo sguardo romantico che spesso
gettiamo sul passato. Tuttavia quest’impressione permane) . La musica cambia
autori e pubblico, diventa più che mai mezzo comunicativo facendosi portatrice
di messaggi e ideali e trasformandosi in un fenomeno generazionale. I giovani
si faranno carico di istanze riguardanti i diritti civili e umani, la politica,
la dimensione famigliare ancora legata al patriarcato: le proteste
universitarie in America e in Europa saranno il segno più visibile di un
ribollire di contestazione, sperimentazione artistica e tentativi di
elaborazione di nuovi stili di vita sotto il segno della rottura con un passato
visto come ipocrita, perbenista e
conservatore.
L’estetica innovativa e ancora attuale è stata parte e
riflesso della rivoluzione culturale che la società ha sperimentato in quei 10
anni.
Se i primi anni 60 presentavano un’estetica in linea con quella degli anni
appena trascorsi, con lunghezze castigate e una femminilità accentuata e
tradizionale, una rivoluzione nella moda si stava preparando.
Con la diffusione del “pronto moda”, ovvero il prêt-à-porter, la moda smette di essere legata esclusivamente
alle storiche grandi firme: grazie alla produzione industriale e all’avvento di
nuove stoffe come il poliestere il prezzo degli abiti si abbassa notevolmente.
La produzione casalinga o artigianale dei vestiti però rimane ancora una
pratica comunissima, soprattutto nei centri non raggiunti dalla grande
distribuzione. La moda si rivolge ai giovani e fioriscono la cosiddette
“boutiques”, che segneranno i trend del decennio.
Il 1964 è l’anno della minigonna, la scandalosa creazione di Mary Quant che
farà salire vertiginosamente l’altezza degli orli. Siamo nel cuore temporale e spaziale della nascente
Swinging London e la miniskirt non fatica a imporsi come nuova moda tra le
ragazze, che dismessi i tailleur delle madri e i bigodini ascoltano i Beatles,
i Kinks, i Rolling Stones cercando una vita diversa dallo stereotipo della
casalinga impeccabile.
Nuovi sogni, nuove suggestioni, nuove estetiche: alcune creazioni saranno
particolarmente rappresentative di questo cambiamento. Il titolo della
collezione con cui Andrè Courreges si presenta a Parigi nel 1965 è
azzeccatissimo: Couture Future, la moda del futuro.
Silhouette ad A, abiti geometrici ed essenziali
in cui il colore dominante è il bianco. Righe, cut-out, vinile e un
accessorio che sarebbe diventato di culto, i go-go boots al ginocchio.
La stessa vena futuristica percorre le creazioni di Pierre Cardin, ancora più
estremo e sperimentale. Le sue modelle, appena uscite da un romanzo sci-fi,
sfoggiano sopra collant nere vestiti coloratissimi decorati con elementi
geometrici a contrasto. Nuovi materiali e nuove forme si fanno strada assieme a un
modello di femminilità più libero e fantasioso. Mentre il decolletèe passa in
secondo piano le gambe si scoprono, le calze diventano una componente
fondamentale del look: nere, bianche, di
pizzo o coloratissime.
L’ispirazione per Yves Saint Laurent arriva invece dall’arte. La sua collezione
del 1965 ispirata a Mondrian riesce ad adattare la geometria al corpo femminile
con estrema eleganza: le linee orizzontali segnano l’altezza del sopra-seno e
dei fianchi, quelle verticali disegnano le simmetrie. L’impatto visivo è
incredibile, il day-dress di YSL è una vera e propria opera d’arte che rimane
nella storia della moda, tanto da venire ‘’copiato’’ e riproposto anche oggi.
La moda degli anni 60 non ri fermerà certo a questo, continuando a
diversificarsi e ad evolversi in stretta connessione col mondo giovanile e le
influenze che lo animeranno: ma questa è un’altra storia…. e un altro post!
Un bacio, Mademoiselle Jeanne.
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Let me
introduce myself… I’m Mademoiselle Jeanne, the other half of VenusInFurs (the
short half :D!). On this blog I’ll write mostly “historical” articles. I’m NO
expert, I just like researching about the culture that characterized the
various eras, especially the contemporary ones, and sharing what excites me!
I think that the past isn’t just something that is past, gone forever, but can still be an inextinguishable source of inspiration. We’ll focus on
fashion, but there will be tons of articles about music, art, personalities,
movies, and pretty much whatever is beautiful and interesting.
The sixties
are my favourite decade in history of both fashion and culture, because it
seems to me that at the time everything was pervaded by a fresh artistic streak
(of course this is just what appears to my ‘modern’ eyes, I’m aware that
reality must have been very different from the romantic outlook we often have
on the past!). The music changed, becoming a means of presenting messages and
ideals and turning into a generational phenomenon. Young boys and girl took
charge of problems concerning civil and human rights, society and politics: the
protests of American and then European students were the most visible sign of a
world of contestation, artistic experimentations and attempts to create new
life styles, trying to break with a past perceived as hypocrite, conservative
and priggish.
The
innovative aesthetics was a reflection and a part of the cultural revolution
that society experimented during the decade. Although the first years of the sixties
presented an aesthetic resembling the one of the fifties, with an irreproachable
and traditional type of femininity, in the fashion world a revolution was about
to begin.
As Pret-a-porter (ready to wear) fashion spreads, Fashion stops being produced
by the great historical brands only: the price of clothes gets much lower thanks
to the development of new industrial productive tecniques and the introduction
of new fabrics like polyester. Sewing homemade garments still remains a very
common and popular, especially in the smallest towns not yet reached by the
great distribution . Fashion starts to address young people, while “boutiques”
start opening up in the cities. They will make the trends for all the decade.
1964 is the
year of the miniskirt, MaryQuant’s
outrageous creation that will make the hemlines go up up up! We’re in the heart
of the newborn “Swinging London” and the miniskirt soon becomes a major trend
among the girls, which throw away their mothers tailleurs and rollers looking
for a life differing from the stereotype of the perfect housewife while
listening to the Beatles, the Rolling Stones, the Kinks..
New dreams, suggestions, aesthetics: some creations particularly represented
this change. The title of Andrè Courreges ‘s collection, presented in Paris in
1965, is inspired: Couture Future, fashion of the future.
A-lines, essential and geometrical dresses, a triumph of white. Bold stripes,
cut-outs, vinyl and a cult accessory: the go-go boots, which will become a
trademark of the decade.
The same futuristic streak is found in Pierre
Cardin’s creations, who was even more extreme and experimenting. His models ,
who looked like they had just come out of a sci-fi novel, wore colorful dresses
adorned with contrasting geometrical elements. New materials, new silhouettes
and shapes design a new
kind of femininity, much more fanciful and free. The décolleté was no more the
main focus as the legs were uncovered by super high hemlines: stockings and
tights became a new fundamental element for the outfit, black, white or in bold
colors and patterns.
Yves Saint Laurent’s inspiration comes from art. His 1965 Mondrian-inspired
collection succeeds in adapting geometry to the female body with unexpected
elegance: in the day dresses horizontal
lines draw the heights of chest and hips, the vertical ones sign the symmetry
of the body. The color blocks complete these visually striking
masterpieces that rightfully belong to
the history of fashion: remakes and
similarly inspired dresses are still proposed nowadays.
Of course, this is not the endpoint of 60s fashion: it will keep evolving and
diversifying itself, in strict connection with the youth and its influences –
but this is another story , and another post…!
Sorry for the poor English, I’m a little out of practice… Kisses,
MademoiselleJeanne